Anche i due nostri comitati hanno sottoscritto la lettera (Vedi Lettera ai Ministri del 16/12/11) inviata da dieci associazioni ambientaliste al Governo, insieme con numerosi altri comitati di cittadini (sul crinale tosco emiliano romagnolo sono ben 19). Siamo tutti scesi in campo per ribadire, con forza, che siamo contrari a trasformare i nostri magnifici e poco ventosi crinali in aree industriali per produrre insignificanti briciole di energia intermittente ed incostante. Come è quella prodotta dall'eolico industriale, che, per questo motivo, nel panorama delle energie rinnovabili occupa un posto del tutto marginale e non prioritario (come è detto chiaramente nei piani energetici delle regioni Toscana ed Emilia Romagna).
Nella sostanza con la lettera, subito ripreso da ANSA (Vedi) e ADNKRONOS (Vedi), si chiede al Governo che:
autorizzati su tutto il territorio nazionale.
- Nel frattempo si proceda a una moratoria, così come sollecitato anche dal Tavolo della domanda di Confindustria nella lettera al Ministero dello Sviluppo Economico dello scorso ottobre, nella quale si parlava, senza mezzi termini, di "rischi di collasso" per il sistema elettrico e della necessità di evitare "una grave debacle per il sistema elettrico ed il sistema industriale italiano".
- Sia ridotta la soglia degli certificati verdi emessi annualmente, in base a quanto previsto dall’art.148 della Legge finanziaria 2008 che prevede che "il valore di riferimento (fissato da quell’anno a 180 euro al MWh) e i coefficienti…. possono essere aggiornati, ogni tre anni, con Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico…"
- L’installazione di potenziale fotovoltaico eccedente il valore obiettivo proposto all'Unione (8.000 MW, mentre siamo già a quasi 12.000 MW in esercizio) vada a detrazione della quota prevista dal PAN per l'eolico.
- Le quote di potenziale eolico da installare annualmente tramite il sistema delle aste al ribasso venga definito dal Governo nazionale, e non delegato alle Amministrazioni periferiche, più facilmente condizionabili dagli enormi interessi in gioco. In ogni caso ribadiamo l’assoluta opportunità e legittimità di tagliare gli incentivi a questa tecnologia, allocabile in aree sempre meno ventose, in ragione del nuovo apporto energetico da fotovoltaico. Altresì, il sistema per gli impianti inferiori a 5 MW deve essere ulteriormente reso garantista poiché tale potenza è di per sé non trascurabile quando si parla d’impianti da fonte rinnovabile. Ne sia un esempio la drammatica deregolamentazione degli impianti eolici e fotovoltaici da 1MW che imperversano in Puglia e Basilicata.
- Per analoghi motivi, la definizione delle quote regionali di burden sharing prevedano anche delle quote massime per regione, oltre le quali gli incentivi pubblici non dovrebbero essere più assegnati.
- Si affronti il tema della decarbonizzazione del nostro sistema Paese.
Bruscoli - San Benedetto val di Sambro 23/12/2011
Bruscoli - San Benedetto val di Sambro 23/12/2011