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venerdì 23 dicembre 2011

DALLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE STOP ALL'EOLICO IN DIFESA DEL PAESAGGIO

Anche i due nostri comitati hanno sottoscritto la lettera (Vedi Lettera ai Ministri del 16/12/11) inviata da dieci associazioni ambientaliste al Governo, insieme con numerosi altri comitati di cittadini (sul crinale tosco emiliano romagnolo sono ben 19). Siamo tutti scesi in campo per ribadire, con forza, che siamo contrari a trasformare i nostri magnifici e poco ventosi crinali in aree industriali per produrre insignificanti briciole di energia intermittente ed incostante. Come è quella prodotta dall'eolico industriale, che, per questo motivo, nel panorama delle energie rinnovabili occupa un posto del tutto marginale e non prioritario (come è detto chiaramente nei piani energetici delle regioni Toscana ed Emilia Romagna).
Nella sostanza con la lettera, subito ripreso da ANSA (Vedi) e ADNKRONOS (Vedi), si chiede al Governo che:
Si  attui,  preventivamente,  un  censimento  degli  impianti  già  installati  e  di  quelli  già 
autorizzati su tutto il territorio nazionale. 
-  Nel  frattempo  si  proceda  a  una  moratoria,  così  come  sollecitato  anche  dal  Tavolo  della domanda  di  Confindustria  nella  lettera  al  Ministero  dello  Sviluppo  Economico  dello  scorso ottobre,  nella  quale  si  parlava,  senza  mezzi  termini,  di  "rischi  di  collasso"  per  il  sistema elettrico e della necessità di evitare "una grave debacle per il sistema elettrico ed il sistema industriale italiano". 
-  Sia  ridotta  la  soglia  degli  certificati  verdi  emessi  annualmente,  in  base  a  quanto  previsto dall’art.148 della Legge finanziaria 2008 che prevede che "il valore di riferimento (fissato da quell’anno a 180 euro al MWh) e i coefficienti…. possono essere aggiornati, ogni tre anni, con Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico…" 
-  L’installazione  di  potenziale  fotovoltaico  eccedente  il  valore  obiettivo  proposto  all'Unione (8.000 MW, mentre siamo già a quasi 12.000 MW in esercizio) vada a detrazione della quota prevista dal PAN per l'eolico. 
-  Le  quote  di  potenziale  eolico  da  installare  annualmente  tramite  il  sistema  delle  aste  al ribasso   venga   definito   dal   Governo   nazionale,   e   non   delegato   alle   Amministrazioni periferiche,  più  facilmente  condizionabili  dagli  enormi  interessi  in  gioco.  In  ogni  caso ribadiamo  l’assoluta  opportunità  e  legittimità  di  tagliare  gli  incentivi  a  questa  tecnologia, allocabile  in  aree  sempre  meno  ventose,  in  ragione  del  nuovo  apporto  energetico  da fotovoltaico.  Altresì,  il  sistema  per  gli  impianti  inferiori  a  5  MW  deve  essere  ulteriormente reso garantista poiché tale potenza è di per sé non trascurabile quando si parla d’impianti da fonte rinnovabile. Ne sia un esempio la drammatica deregolamentazione degli impianti eolici e fotovoltaici da 1MW che imperversano in Puglia e Basilicata. 
- Per analoghi motivi, la definizione delle quote regionali di burden sharing prevedano anche delle quote massime per regione, oltre le quali gli incentivi pubblici non dovrebbero essere più assegnati. 
- Si affronti il tema della decarbonizzazione del nostro sistema Paese.

Bruscoli - San Benedetto val di Sambro 23/12/2011